Il borgo di Luia (Certaldo)

La Toscana migliore: Certaldo, Luia e i “Pitti Luiesi”

CERTALDO, LUIA E I “PITTI LUIESI”

Siamo nel 1420 circa. Buonaccorso di Neri Pitti scrive i Ricordi, testo che si configura sin dalla prima pagina come ricostruzione delle principali vicende familiari e fonte di ammaestramento per gli appartenenti al casato dei Pitti. E qui, fra le varie memorie, Buonaccorso rende conto delle origini della propria famiglia.

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“[…]E principalmente truovo che noi Pitti fummo cacciati di Simifonti [Semifonte], perché Guelfi, dai Ghibellini che lo signoregiorono; e pare che della nostra Famiglia si faciesse tre parti: la prima si pose a stare a uno luogho che si chiama LUIA e oggidi di loro disciendenti vi sono grande famiglia e honorevoli di contado, e hanno di ricche e buone possessioni e il nome loro, cioè di tutta la famiglia, oggi dì si chiamano i Luiesi, però [per il fatto] che pare che in quello luogo che si chiama Luia non appare che abbia a fare altro che la detta progenia, e per lo segno della loro Arme apariscie che noi fumo consorti, però che l’Arme come noi portano, sanza alcuna differenzia. E ho sentito da certi antichi de’ detti, et anche da nostri passati, che conversazione [ frequentazione] e amicizia come parenti insieme ci siamo ritenuti […]”.

Luia e non Luiano come spesso – anche negli studi più recenti – viene riportato.
E’ un equivoco, quello fra Luia e Luiano, che ha la sua origine in uno scritto del XVIII secolo: le Osservazioni Istoriche sopra i Sigilli Antichi Dei Secoli Bassi di Domenico Maria Manni (1739). L’indicazione del Manni, come abbiamo avuto modo di appurare, si basa su un fraintendimento: Luia in Val d’Elsa viene da lui confusa con Luiano, località situata presso San Casciano Val di Pesa, Piviere di S. Maria dell’Impruneta.
Il Manni, commentando il passo dei Ricordi di Buonaccorso Pitti sopra riportato, inserisce questa nota: “Luia, Luiano. Luogo del Piviere dell’Impruneta ov’è anche oggi l’Oratorio di San Biagio di Padronato de’ Pitti”.
Bene: mentre un oratorio dedicato a San Biagio è effettivamente attestato presso Luiano (San Casciano Val di Pesa) non siamo riusciti a trovare alcuna traccia documentaria riguardo la presenza di un oratorio dedicato a San Biagio a Luia.

Cappella-RogaiInoltre, come attestano alcuni documenti (conservati presso l’Archivio Arcivescovile di Firenze), i patroni dell’Oratorio di San Biagio a Luiano non furono i Pitti ma i Borromei e i Guicciardini, ai quali devono essere succeduti i Buondelmonti.

E’ bene inoltre ricordare che l’errore del Manni era già stato segnalato da Emanuele Repetti (1839): nel suo DIZIONARIO GEOGRAFICO FISICO STORICO DELLA TOSCANA, alla voce “LUJA”, Repetti osserva giustamente che ” […] Il nome del casale di Luja conservasi tuttora nelle vicinanze del distrutto castello di Semifonte; per modo che fu un equivoco preso dal chierico Domenico Manni allorchè al Vol. III dei Sigilli antichi (n.°6) egli scambiò il Luja di Certaldo con Lujano dell’Impruneta”

La nota del Manni, soprattutto per il contesto in cui è inserita, desta tuttavia qualche sospetto: pur confondendo Luia con Luiano il “lapsus”del Manni potrebbe voler significare che l’erudito fosse a conoscenza di un oratorio, posto a LUIA, effettivamente legato alla famiglia Pitti.

L’aspetto interessante della vicenda è che all’epoca in cui Domenico Maria Manni scrive un oratorio, su LUIA, esisteva già: era quello dedicato a “San Francesco d’Assisi e all’Assunzione di Maria Vergine”, fondato nel 1589 dal discendente di una fra le famiglie più abbienti dell’intera Comunità di Certaldo, famiglia che i documenti attestano nel Popolo di San Lazzaro a Lucardo (di cui LUIA costituisce uno dei più importanti nuclei abitativi) almeno dal 1350.

Ecco, nelle foto, LUIA, immersa nella luce dell’alba di un mattino d’inverno. E l’oratorio di San Francesco d’Assisi, corredato delle aggiunte della fine del XIX secolo: nel 1873 si procederà infatti ad un radicale riassetto della struttura con l’aggiunta del corpo ottagono, sormontato da cupola, che ancora oggi la caratterizza.

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